Assemblea 7 Gennaio 2018
L'anno appena trascorso è stato ricco di impegni e di attività realizzate. La fusione delle due Sottosezioni ha finalmente dato segni di vitalità fraterna e di comunione d'intenti. Con molti abbiamo fatto un bel percorso. Ad ogni attività, ad ogni evento, come anche al soggiorno, vi è stata sempre una bella partecipazione.
Giovan Battista Tomassi, il Fondatore dell’Unitalsi, vedendo lo stato di grazia dei volontari e degli ammalati che entravano ed uscivano dalla Grotta, volle che questo stato di grazia fosse disciplinato e strutturato in una Associazione, affinché altri, come lui, potessero vivere la stessa esperienza di grazia che trasforma la disperazione in speranza.
San Pio X, il nostro Patrono, nel firmare lo statuto, vi scrisse in calce “Di opere di carità ve ne sono molte, ma questa tutte le supera, sicché può ben chiamarsi Opera di carità per Eccellenza ed io invito tutti a lavorare per la (sua) prosperità.”
Come fare per vivere con coerenza e trasmettere, in primis tra di noi, e poi con gli altri, questo stato di grazia?
Innanzitutto essere onesti con noi stessi. Essere cioè consapevoli dei nostri limiti, della nostra insufficienza, della nostra pochezza. Poi dare il massimo possibile. La nostra assenza dagli impegni unitalsiani, anche se nessuno ci chiede l’impossibile, sia vissuta con dispiacere. Rimane sempre valido il detto: “chi vuole cerca la via, chi non vuole cerca la scusa.” Se non si può non si partecipa, ma questo ci deve dare come un senso di colpa, come un rubare la nostra disponibilità ed il “nostro” tempo a chi ne ha bisogno.
Liberarci poi da tutte le incrostazioni, da tutti i tappi, tutti gli steccati, anche psicologici, che impediscono alle energie positive, che sono in ciascuno di noi, di entrare in quella rete della solidarietà e della generosità che portano allo stato di grazia, osservato da Giovan Battista Tomassi sotto la Grotta di Massabielle nel lontano 1903. Tutti dobbiamo sentirci impegnati, soprattutto chi ha responsabilità maggiori.
L’Unitalsi cresce e si consolida con la partecipazione. Solo la partecipazione apre la strada ad altri ingressi. Tomassi, benché ateo e disperato, osservando il comportamento di quei volontari, sentì il desiderio di farne parte ed operò affinché anche altri vivessero la sua stessa esperienza. Quindi, se vi è carenza di adesioni, se nuove leve non arrivano, la colpa è in primo luogo nostra perché, evidentemente, non riusciamo a far trasparire quello stato di grazia che dovrebbe contraddistinguerci.
Anche la formazione, di cui spesso se ne evidenzia la carenza, va curata meglio. Di incontri finalizzati a questo scopo, non ne abbiamo fatti tantissimi. Ma anche quelli fatti, non è che hanno visto partecipazione massiccia. Anzi. Ma, poi, cosa è la formazione per un unitalsiano? È andare a messa la domenica ed avere uno stile di vita coerente con la dottrina della Chiesa Cattolica? Certamente. È avere una vita improntata al rispetto, all’onestà, alla mitezza, alla docilità, alla grazia del vero cristiano? Certamente. È assumere una funzione evangelizzatrice propria e delle persone a lui vicine? Certamente. Tuttavia, malgrado una tale eccellente base di partenza, ancora non si è sfiorata la funzione propria del volontario unitalsi.
A noi è chiesta una cosa ulteriore. E questo non lo si evince solo da quello che San Pio X scrisse di proprio pugno sul primo statuto e di cui si è detto precedentemente, ma anche da quello che altri Papi ci hanno detto successivamente. Ne cito alcuni. Giovanni Paolo Secondo ci disse: “In voi la Carità si fa azione dinamica. Ben radicati nella vostra storia, guardate al futuro con fiducia e lungimiranza; la carità vi spinga ad aprire sempre nuovi campi di azione per realizzare nuovi progetti di promozione umana e di evangelizzazione a favore degli ammalati, dei piccoli, degli ultimi.”
Anche Papa Francesco ci dice “Abbiate misericordia, compassione; Dio si è messo nelle vostre mani. Andate avanti. Siate sguardo che accoglie, mano che accarezza. Ogni persona possa vedere sul vostro volto il volto di Gesù e voi possiate vedere nell’ammalato, il volto sofferente di Cristo. L’Unitalsi è chiamata ad essere segno profetico contro la logica mondana, la logica dello scarto, per favorire il reale inserimento delle persone fragili e sofferenti nelle nostre comunità. Siate genuino annuncio del Vangelo e ministero della consolazione, mossi unicamente dall’amore per il Bene.”
In questo tempo la nostra amata Unitalsi è in grave stato di sofferenza, dato dalla mancanza di risorse umane e quindi, finanziarie. I due fattori sono interdipendenti.
“Non hanno più vino”, dice la Madonna a Gesù e, rivolta a noi: “Fate quello che vi dirà”. Questo il Tema di quest’anno. La Madonna ci dice “Fate quello che (Gesù) vi dirà”. Mons. Bressan, il nostro Assistente Nazionale ci dice che “per ascoltare Gesù basta il Vangelo, basta utilizzare i talenti che ci sono stati affidati. Sta a noi farli fruttificare: camminare, andare, ascoltare essere dei viandanti e vivere la straordinaria esperienza di umanità”.
Il Segretario Generale della Cei, Mons Nunzio Galantino, in un incontro con Antonio Diella ci da questo mandato: “Voi sapete fare bene i pellegrinaggi e questo, in primis, dovete fare. La Chiesa vi chiede di fare questo: portare gli ammalati a incontrare Gesù nei luoghi dove è più cercato: i santuari. Poi anche i soggiorni, le giornate di fraternità, le case famiglie, i servizi di assistenza e di supporto sul territorio vanno bene”.
“Il pellegrinaggio - dice il nostro Presidente Diella - è Chiesa che cammina, è bellezza di Dio che si riflette nella vita di ciascuno. È bellezza di senso da vivere e custodire. È stupore. È scoperta. Senza il pellegrinaggio l’unitalsiano perde un pezzo del proprio cuore. Non passare dall’altra parte, ma rimanere dentro un percorso che sappia anche radicarsi sul territorio e sulla vita delle persone.”
Anche il nostro Vescovo nel darci il mandato di servizio all’ammalato, lo ha sottoscritto aggiungendovi in calce: “Con l’auspicio che si cresca sempre più nella testimonianza esemplare dell’autentica carità evangelica verso i sofferenti.” Ed in uno dei suoi primi incontri con l’Unitalsi diocesana ci disse: “Voi siede gli eredi di quei volontari che, non potendo portare il paralitico a Gesù attraverso la porta perché ostruita dalla folla, scoperchiarono il tetto e lo calarono con il lettuccio, attraverso le tegole, ponendolo nel mezzo della stanza, davanti a Gesù (Lc 18-25).” Indi anche il nostro Vescovo ci esorta di portare gli ammalati ed i poveri a Gesù.
Ecco, questo il quadro. A ciascuno di noi la propria risposta individuale ed associativa. Ritornando alla formazione molti spesso si lamentano della poca formazione degli altri. Posso assicurarvi che le persone che più si lamentano sono proprio quelle che, poi, spesso, neppure partecipano. E la prima formazione è data proprio dalla partecipazione. Essa sviluppa la conoscenza, la stima reciproca, il rispetto, l’amicizia e rafforza il vincolo associativo.
Poi anche l’ascolto, l’apprendimento e la messa in pratica della Parola di Dio trasmessaci dalla lettura della Sacra Scrittura, da ciò che lo spirito Santo detta alla nostra coscienza e da ciò che ci dicono i nostri Pastori, da coloro che il Signore e la Chiesa ci hanno dato come guida spirituale, ci forgiano ulteriormente e rendono molto più bello e significativo il nostro Servizio all’ammalato che dobbiamo sempre fare in nome e per conto di Gesù e della Sua Santa Chiesa.
Nel corso del 2017 abbiamo realizzato tutti gli eventi che avevamo programmato. Dalle giornate di fraternità, ai pellegrinaggi maggiori e minori. Abbiamo saltato qualche incontro di formazione perché si accavallava con gli altri eventi. Ci sono alcune volontarie che si preoccupano di portare l’ammalato alla Santa Messa la domenica e/o di portare loro Gesù Eucarestia presso il loro domicilio.
È un fatto immenso, ma non sempre si riesce a farlo perché gli eventi (durante i quali è comunque sempre prevista la celebrazione della Santa Messa), organizzati per gli ammalati, includono una decina di giornate di fraternità in varie parrocchie della Diocesi; 5 o 6 pellegrinaggi minori, cioè di un giorno, nonché pellegrinaggi di più giorni come Loreto, Lourdes, Fatima, Terrasanta, Nevers; poi anche il Soggiorno Estivo. Tutti questi eventi fanno sì che almeno la metà delle domeniche di un anno sono già impegnate per le nostre manifestazioni.
A volte sono stato rimproverato da alcuni parroci per la saltuaria presenza in parrocchia dei volontari dell’Unitalsi. Ho risposto loro che hanno ragione in quanto la realtà ecclesiale più vicina è proprio la parrocchia, non omettendo però di fare loro presente che i volontari debbono anche accompagnare gli ammalati agli eventi che organizziamo per loro. Altrimenti chi li accompagna e li assiste?
Il Programma di quest’anno ricalca quello degli anni scorsi come è ben evidenziato nel plasticato che vi è stato consegnato.
Bilancio consuntivo 2017
Come si sa, per andare incontro a specifiche richieste di chi non può pagare il viaggio in una sola volta, si accordano dilazioni di pagamento. Questo lo si può fare sulla base della disponibilità della Sottosezione.
Per il pagamento del pellegrinaggio la Sottosezione deve versare, alla Sezione, un terzo della somma totale prevista, almeno 20 giorni prima della partenza, un altro terzo la settimana prima della partenza ed il saldo dopo 10 giorni dal rientro. Costo totale dei nostri partecipanti a Lourdes da due anni si attesta intorno ai 100/110 mila Euro. Ciò significa che quest’anno, partendo il 12 di aprile, intorno al 20 di marzo dobbiamo mandare alla Sezione 30000 euro, 40mila euro subito dopo Pasqua ed il resto prima della fine di aprile.
Se, poi, ci sono persone che a tutt’oggi non versano la propria quota relativa all’anno scorso o addirittura non versano il ricavato di attività di autofinanziamento effettuate 10 mesi fa, e, quindi, parte del fondo cassa sta ancora loro in tasca, come si fa a favorire future richieste. Anche perché neppure si degnano di rispondere al telefono e/o ai messaggi di sollecito.
Il 2017 per noi è stato comunque stupendo, in alcuni momenti abbiamo raggiunto l’apice della bellezza e della spiritualità. È successo al soggiorno, a Lourdes, a Loreto, a San Giovanni Rotondo ed anche in alcune giornate di fraternità.
Dal punto di vista economico, però, pur non stando messi male, abbiamo avuto delle spese non previste con conseguente ridimensionamento della previsione. Voi sapete che il pulmino “addobbato” per la peregrinatio della Madonna di Fatima è tanto piaciuto a d. Gianni al punto tale che lo ha fatto mettere a disposizione per portare la Madonna a S. Pietro per due volte e nelle zone terremotate di Accumuli, Amatrice e Leonessa. Questo ha comportato per la Sottosezione una spesa di circa 2000 Euro in quanto più volte abbiamo dovuto allestire e lucidare il pulmino, oltre che ripararlo per alcune ammaccature. Poi il pellegrinaggio a Lourdes ha comportato una perdita di circa 2500 Euro in quanto le quote hanno subito variazioni in aumento, mentre noi le abbiamo lasciate invariate.
Poi, come sapete, due pulmini hanno subito danni per circostanze del tutto accidentali ed imprevedibili. Al Renault abbiamo dovuto sostituire addirittura il motore con un esborso di circa 5000 Euro ed al Fiat Ducato vecchio si deve rifare la testata il cui costo si aggirerà sui 700 Euro.
Infine in alcuni pellegrinaggi minori, anziché guadagnarci qualcosa, siamo andati sotto, anche se non di molto perché le persone si erano prenotate e poi non si sono presentate alla partenza.
Vi chiedo pertanto la cortesia di essere consapevoli delle difficoltà che si incontrano nell’organizzare un pellegrinaggio, data la vastità del territorio diocesano. Siate quindi generosi sia nella partecipazione e sia nello spirito di sacrificio. Non si può pretendere di prendere tutti il pullman per ultimo e scendere per primo. Questo è semplicemente impossibile. Ci vorrebbe un mezzo di trasporto per ciascuno di noi.
Quindi, riepilogando, quando avremo incassato tutti i crediti dei ritardatari, il fondo cassa si dovrebbe attestare intorno ai 20000 €. Rimangono, comunque, ancora da pagare le tasse di possesso che si aggirano intorno ai 1500 euro l’anno.
Andiamo però incontro alla giornata nazionale dell’Unitalsi, cioè alla vendita degli ulivi che solitamente ci danno sui 6000 euro.
Quindi non male. Ringrazio quindi, di vero cuore, tutti i soci e gli amici che, sempre con tanto entusiasmo, si attivano nelle attività di autofinanziamento. Noi solo su queste possiamo contare perché le Istituzioni da anni ci hanno voltato le spalle.
Poi, il criterio per stare tranquilli è quello che ogni evento deve autofinanziarsi e lasciare qualcosa nel fondo cassa, il quale fondo cassa oltre ad essere utilizzato per gli anticipi ai pellegrinaggi di cui ho detto e fare credito a chi non può pagarsi il viaggio in una sola volta, serve anche e soprattutto per fronteggiare le spese impreviste, come la fusione di un motore di un pulmino.
Per i dettagli nei conti qui abbiamo il tesoriere che è a disposizione per dare tutti i chiarimenti richiesti.
Concludo con gli auguri del Presidente Nazionale Antonio Diella, inviati a tutti i membri dell’unitalsi e che ho scaricato dal sito ufficiale della Presidenza Nazionale.
A tutti i soci.
Carissimi tutti, guardiamo avanti!
Nell’entrare nel nuovo anno promettiamoci a vicenda di voler essere compagni di felicità e di voler continuare ad amare questa vita che il Signore ci ha donato perché la condividessimo!
Chi sente di avere talenti, li metta al servizio di tutti, senza aspettarsi riconoscimenti o richieste, per amore solo per amore.
Chi è in difficoltà si faccia aiutare a conservare la felicità del cammino, per amore solo per amore.
Chi ha rancori nel cuore li sciolga nella fraternità offerta e non nella fraternità pretesa, per amore solo per amore.
Chi si sente tradito non risponda con amarezza ma si avvolga di tenerezza verso tutti, per amore solo per amore.
Chi vuole essere felice stupisca il suo cuore con il caldo colore della pace, per amore solo per amore.
Insieme a chi soffre, a chi è più debole, a chi è solo. Insieme, per Amore, solo per Amore!Auguri a tutti.
Antonio Diella
Presidente Nazionale UNITALSI